A cura di Anna Caterina Bellati

Ouverture

OUVERTURE è la mostra inaugurale della Fondazione Marchesani.

Nell’aria dorata di metà Settembre e fino a metà Gennaio 2022 le sale da poco restaurate e uno dei giardini hanno ospitato i lavori di nove artisti che tengono il proprio atelier a Venezia o nella Serenissima hanno studiato e sperimentato il proprio talento. Questi spazi ampi e silenziosi si sono aperti per la prima volta a un nutrito pubblico di galleristi, creativi, collezionisti, direttori di Musei e amici proponendo dipinti, sculture e installazioni.

Artisti intervenuti: David Dalla Venezia, Ettore Greco, Tobia Ravà, Alberto Salvetti, Luana Segato, Marialuisa Tadei, Gabriele Vazzoler, Fulvia Zambon, Elisabetta Zanutto.

In mostra le terrecotte e i bronzi di Ettore Greco la cui ricerca sull’interiorità dell’essere umano chiede alla materia di suggerire più che imitare volti e corpi. Anche David Dalla Venezia si muove intorno all’uomo e al senso dell’essere qui e ora sulla terra. Lo strumento tuttavia non sono gli altri, ma se stesso. Fulvia Zambon, ritrattista molto nota nel panorama newyorkese, ha fatto ritorno al suo studio sospeso tra cielo e laguna con una serie di tele dedicate all’acqua, al mare e al rapporto amniotico che l’uomo intesse con il mondo liquido. Di acqua, ma stavolta è laguna, dice Luana Segato. I suoi potenti arazzi contemporanei si muovono su un tappeto d’erba o si sviluppano su pavimenti antichi occupandoli come un gigantesco animale marino. Il segreto della tela consumata dai secoli è invece la base da cui parte il pennello di Elisabetta Zanutto. Lo splendore della città dei dogi ritorna trionfale nei dipinti di questa artista cresciuta tra Santa Maria Formosa e la Giudecca. Cacciatrice di vecchi teleri, li recupera conservandone cuciture, strappi, bruciature e li trasforma nel palcoscenico su cui manda in scena una Venezia imbibita di luce.

L’investigazione della calma e dell’armonia è il dato fondante delle opere di Marialuisa Tadei. Le sue sculture aeree, benché declinate in materiali pesanti come marmo, alabastro, onice, sodalite, dirigono lo sguardo dell’osservatore verso l’alto. Il progetto dello scultore e performer Alberto Salvetti riguarda ancora la razza umana, ma esaminata nella sua catastrofica deriva. La distruzione progressiva della Natura e la sua invocazione d’aiuto indirizzata proprio a chi l’ha compromessa, è diventata per l’artista vicentino contenuto e sostanza del proprio lavoro.

Una questione di equilibrio nelle cose dell’Universo è il punto d’osservazione di Tobia Ravà. Nel suo mestiere paziente di pittore e scultore, l’artista veneziano di cultura ebraica innamorato dell’algebra, riconsegna all’osservatore un’arte cifrata che ci parla della misurabilità del cosmo. Il più giovane scultore presente è stato Gabriele Vazzoler. La sua breve esperienza si è letteralmente forgiata in Accademia a Venezia e nell’officina di famiglia, un laboratorio artistico del ferro dove fin da ragazzo ha conosciuto la potenza e le infinite possibilità del metallo.

Ettore Greco, San Sebastiano e Donna Incinta
©Dino Spreafico, Venezia

“Ouverture”, 2021, Venezia
©Dino Spreafico

“Ouverture”, 2021, Venezia
©Dino Spreafico

“Ouverture”, 2021, Venezia
©Dino Spreafico

Torna in alto